Un giorno all’anno tutta l’attenzione è rivolta al cancro.
La nostra lo sarà anche domani.

Da 60 anni l’Istituto Mario Negri si occupa di ricerca, attraverso 12 Dipartimenti e centinaia di professionisti. La cura delle malattie rare è uno degli ambiti che ci vede coinvolti, grazie alla preparazione, alla specializzazione e all’esperienza dei nostri ricercatori.

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Le malattie renali rappresentano una crescente preoccupazione sanitaria a livello globale e circa il 10% della popolazione mondiale soffre di qualche forma di malattia renale cronica. In Europa, le previsioni suggeriscono che la malattia renale cronica diventerà la quinta causa di morte entro il 2040.

Grazie alla ricerca, abbiamo ridotto sostanzialmente la necessità di dialisi nelle malattie renali croniche con proteinuria, garantendo ai pazienti una vita che non dipenda più dalla macchina della dialisi. Stiamo tuttora studiando approcci innovativi per rallentare la progressione della nefropatia diabetica che richiede la combinazione di più farmaci.

Abbiamo portato contributi significativi nel campo dei trapianti d’organo: con l’impiego delle cellule staminali, siamo riusciti a eliminare in alcuni pazienti la necessità di farmaci immunosoppressori, evitando gli effetti indesiderati di questi farmaci, che sono soprattutto infezioni e tumori. Ora stiamo lavorando a un nuovo approccio di nanomedicina per fare in modo che l’organismo impari a “tollerare” l’organo trapiantato come se fosse proprio.

Lo sviluppo di modelli sperimentali per studiare malattie renali, come la Sindrome Nefrosica Steroido-Resistente, la Porpora Trombotica Trombocitopenica e la malattia renale policistica, sta accelerando la ricerca di nuove cure. Siamo vicini a identificare le alterazioni del sistema immune responsabili di nefropatie come la sclerosi focale segmentale e la nefropatia membranosa e questo ci consentirà di trovare una cura più efficace di quanto non sia stato fatto finora.

Le sfide sono ancora tante, ma ogni progresso ci avvicina a un futuro in cui le malattie renali non siano più una condanna. Per questo, la ricerca non può fermarsi.

Susanna Tommasoni
Responsabile Dipartimento Biologia Molecolare

Le malattie renali rappresentano una crescente preoccupazione sanitaria a livello globale e circa il 10% della popolazione mondiale soffre di qualche forma di malattia renale cronica. In Europa, le previsioni suggeriscono che la malattia renale cronica diventerà la quinta causa di morte entro il 2040.

Grazie alla ricerca, abbiamo ridotto sostanzialmente la necessità di dialisi nelle malattie renali croniche con proteinuria, garantendo ai pazienti una vita che non dipenda più dalla macchina della dialisi. Stiamo tuttora studiando approcci innovativi per rallentare la progressione della nefropatia diabetica che richiede la combinazione di più farmaci.

Abbiamo portato contributi significativi nel campo dei trapianti d’organo: con l’impiego delle cellule staminali, siamo riusciti a eliminare in alcuni pazienti la necessità di farmaci immunosoppressori, evitando gli effetti indesiderati di questi farmaci, che sono soprattutto infezioni e tumori. Ora stiamo lavorando a un nuovo approccio di nanomedicina per fare in modo che l’organismo impari a “tollerare” l’organo trapiantato come se fosse proprio.

Lo sviluppo di modelli sperimentali per studiare malattie renali, come la Sindrome Nefrosica Steroido-Resistente, la Porpora Trombotica Trombocitopenica e la malattia renale policistica, sta accelerando la ricerca di nuove cure. Siamo vicini a identificare le alterazioni del sistema immune responsabili di nefropatie come la sclerosi focale segmentale e la nefropatia membranosa e questo ci consentirà di trovare una cura più efficace di quanto non sia stato fatto finora.

Le sfide sono ancora tante, ma ogni progresso ci avvicina a un futuro in cui le malattie renali non siano più una condanna. Per questo, la ricerca non può fermarsi.

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Responsabile Dipartimento Biologia Molecolare
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Nome Cognome
Silvio Garattini - Presidente Istituto Mario Negri
Silvio Garattini - Presidente Istituto Mario Negri
Tanti approcci, un obiettivo comune: migliorare la vita dei pazienti
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